UN PONTE PER ROIO

La premessa

Dal novembre 2008 la nostra squadra stava pianificando il primo Campo Scuola di protezione civile e, insieme alle altre 15 associazioni della Commissione del VSSP, frequentava corsi di formazione specifici. La sera del 5 aprile i frequentatori di uno dei corsi residenziali si lasciarono con l’intenzione di incontrarsi in settimana per continuare la pianificazione del 1^ Campo Scuola in programma per il 23 maggio ad Alice Superiore.

L’evento calamitoso.

Alle 3,32 del 6 aprile 2009 un violento sisma sconvolgeva L’Aquila e buona parte dell’Abruzzo, causando vittime, distruzione e determinando quella che l’allora Capo Dipartimento, a poche ore dall’evento, dichiarava essere certamente la più grave emergenza che la moderna Protezione Civile si trovava ad affrontare. In quelle ore da tutta Italia giungevano le colonne mobili sia dei Vigili del Fuoco che della Protezione Civile delle singole regioni. Una calamità di tale portata, unica in tempi recenti ad aver colpito una città capoluogo di regione, con i conseguenti effetti sulla popolazione correlati al carico antropico della zona, seguita a livello mediatico passo passo fin dalle prime ore, suscitava un’onda emozionale e di spirito solidaristico senza eguali. Anche tra le molte di organizzazioni di volontariato di protezione civile si assisteva ad un certo scalpitio per voler  partire a tutti i costi alla volta dell’Abruzzo. La mattina del 6 aprile 4 delle associazioni (sanitario – logistico e cinofilo) della commissione del VSSP viaggiavano alla volta de L’Aquila.

Cosa fare come AIB di Sant’Antonino.

Gli interventi delle varie specialità di protezione civile erano giustamente coordinate dal Dipartimento di Protezione Civile Nazionale e, a scendere, dalle varie regioni, province e comuni che provvedevano ad inviare aiuti, mezzi e risorse umane, tutti attivi nelle operazioni di soccorso e gestione dei circa 140 campi sorti nella zona. Nei mesi a seguire altre associazioni della commissione inviavano i propri volontari nei campi “gestiti” da Regione Piemonte (Barisciano), da Provincia di Torino o da Città di Torino (San Giacomo). Dall’8 aprile la Croce Giallo Azzurra di Torino gestiva il campo di Montereale Cesaproba, rientrante sotto il coordinamento della Regione Calabria. La nostra squadra confrontandosi continuamente con le forze della Commissione operanti nei vari campi in Abruzzo, iniziava a pensare a cosa sarebbe stato utile fare per aiutare la popolazione colpita una volta venuta meno la risonanza mediatica dell’evento.

In quei giorni parlammo della cosa col Sindaco il quale ci informò che, grazie alla segnalazione di due concittadini (Silvia CASTAGNO ed Ezio Quaglia), era in contatto col parroco di un paese nei pressi de L’Aquila, don Giovanni MANDOZZI. Il Sindaco aveva contattato don Giovanni ma, nei primi colloqui aveva notato una certa diffidenza, anche perché, proprio nei giorni immediatamente successivi al terremoto, il parroco aveva aperto una sottoscrizione on line ma, come spesso accade in queste circostanze, era stato vittima di sciacallaggio informatico e qualcuno, approfittato della buona fede della gente che voleva dare un contributo, aveva fatto circolare a sua insaputa un codice IBAN simile a quello della parrocchia, cercando di dirottare altrove le donazioni.

A questo punto, grazie alla collaborazione della Polizia Stradale e della Questura dell’Aquila, don Giovanni era sicuro che stava effettivamente parlando col sindaco di un paese della provincia di Torino e nei successivi contatti telefonici si aveva modo di conoscere meglio la situazione.

Intanto don Sergio, parroco di Sant’Antonino, si metteva in contatto con Don Giovanni, parroco di Santa Rufina di Roio, Colle Roio e Roio Piano, rispondendo all’esigenza di avere nelle due parrocchie l’asse portante delle future iniziative di solidarietà.

Il 18 aprile si fece una prima riunione operativa in comune (aperta ad associazioni e privati cittadini), nel corso della quale si decise di andare sul posto per incontrare don Giovanni e per rendersi conto di persona su come strutturare la missione di lungo corso. La nostra Squadra e i camion dell’Acsel Valsusa (che aveva gentilmente fornito i cassonetti dell’immondizia per le tre tendopoli) partivano alla volta di Roio nella notte tra il 21 e il 22 aprile.

Nel primo pomeriggio del 22 aprile giungevamo nella piana di Roio, scoprendo tra l’altro che si trattava di frazioni di L’Aquila e non di singoli comuni. L’impatto con la distruzione, il lutto, la paura (c’erano cicliche scosse che si ripetevano quotidianamente), la sofferenza della vita forzata nelle tendopoli, la speranza, l’incertezza, generò un coacervo di emozioni che avrebbero per sempre cambiato le nostre vite. Incontrammo Don Giovanni, Bruna e Gianni. Ciò che ci colpì maggiormente non furono né le macerie né le proporzioni dell’evento calamitoso, né l’entità delle ferite che ogni persona che incontravi portava dentro di se. Fummo colpiti dalla dignità con cui ci stava di fronte affrontava una situazione molto difficile; chi non aveva perso delle persone care aveva comunque perso la casa, il lavoro. Le prime 3 notti avevano dormito in macchina, per avere le docce e l’acqua calda avevano dovuto attendere una settimana, per le stufe nelle tende 10 giorni. Non una lamentela, non una polemica, tanta voglia di fare e di andare avanti. Gran parte delle tende della tendopoli di Colle Roio l’avevano montata (da soli) i ragazzi del paese. Incontrammo la tenacia e dignità tipiche della gente di montagna.

Il resoconto della situazione fu subito inviato al sindaco e a Don Sergio, accompagnati dalla richiesta di procurare delle tute da ginnastica per i ragazzi della tendopoli (quelle consegnate dai soccorsi nei giorni dopo il sisma si erano rivelate infestate dai parassiti, e in alcuni “pacchi” erano state rinvenute delle siringhe), nonché un pc portatile, completo di chiavetta internet, da portare a Don Giovanni per consentirgli di mantenere i contatti col mondo esterno. Alle prime ore del 24 aprile eravamo di ritorno e 48 ore dopo viaggiavamo nuovamente alla volta di Roio con il carico di capi di abbigliamento ed il pc.

La sera del 26 presentavamo Don Giovanni e gli amici di colle Roio al Sindaco, a Don Sergio, al caporedattore de La Valsusa e a un membro dell’associazione dei Vigili del Fuoco Volontari di del nostro paese “I Pompista ‘d Sant’Antunin” (associazione con cui avremmo poi dato vita al progetto Un Ponte Per Roio), e provvedevamo a consegnare il pc e le tute donate dai santantoninesi.

Il giorno successivo, grazie alla Polizia Stradale dell’Aquila, sindaco e parroco poterono visitare il centro della città devastato e la zona rossa e rendersi conto di persona dell’intensità dei danni subiti.

Nelle settimane a seguire, dal contatto continuo con gli amici di Roio, appurato che la comunità era quotidianamente assistita in loco dagli organismi governativi ed assistenziali, si optava per condurre un’azione sussidiaria e solidale in favore della popolazione roiana così duramente colpita.

Insieme alla Parrocchia e a I Pompista ‘d Sant’Antunin iniziò l’elaborazione di quella che, nel giro di un mese e mezzo, sarebbe diventata la nostra più grande  esperienza di progettazione sociale.

Il progetto puntava a consentire a gruppi di terremotati, alloggiati dei campi di Colle Roio, Roio Piano e Santa Rufina di Roio, di abbandonare per otto giorni il comune di L’Aquila e trascorrere un periodo di ferie, durante il quale “distrarsi” ed allontanare per un po’ i pensieri legati alla tragedia vissuta, ospiti dalla comunità santantoninese.

L’analisi dei bisogni evidenziava la necessità di reperire:

appartamenti liberi, per consentire ai nuclei famigliari di tornare a vivere in modo autonomo e dignitoso, con un po’ di privacy, dimenticando la vita collettiva vissuta da mesi nelle tendopoli in comunità;
trasporto degli ospiti da L’Aquila a S.Antonino e ritorno;
programmazione di attività culturali e di svago durante la permanenza degli ospiti;
trasporto, assistenza ed accompagnamento durante le visite a musei e siti di interesse storico e culturale sul territorio;
socializzazione con i santantoninesi, ma in modo non invasivo (gli ospiti vivevano tutti nelle tendopoli, con ritmi scanditi da momenti collettivi forzati, quindi ricercavano maggiormente tranquillità e intimità). Per questo ogni gruppo venne seguito da un numero limitato di accompagnatori durante le visite, mentre le cene collettive aperte alla cittadinanza furono limitate a due alla settimana.

Nel  giro di un paio di settimane vi fu una eccezionale risposta di associazioni, organizzazioni di volontariato (anche di altri comuni), singoli cittadini e degli sponsor, per cui fu chiaro che il progetto si sarebbe realizzato e, per riuscire a catalizzare l’interesse della cittadinanza, nonché il supporto degli sponsor, il progetto fu presentato il 22 giugno alla popolazione e ai media.

Dall’11 luglio al 1 agosto Sant’Antonino visse una bellissima esperienza destinata a essere ricordata a lungo.

Ogni gruppo di ospiti fu guidato nelle visite culturali al Museo Egizio e a quello del Cinema a Torino, alla Basilica di Superga e al Parco del Valentino, alla Reggia di Venaria e al parco della Mandria, Museo Diocesano di Susa, Sacra di San Michele, Abazia di Novalesa, Museographie  e orto botanico della diga del Moncenisio, ai siti olimpici di Cesana, Claviere, Bardonecchia e a  Briaconnes, al museo della Preistoria di Vaie, all’area umida dei Mareschi ed allevamento ZEN.

Furono organizzate le cene collettive, allietate dalla musica di gruppi partner del progetto, e, in via del tutto eccezionale, fu ripetuto il musical “Madre Teresa” nel cortile della parrocchia. Durante gli eventi pubblici e all’aperto il tempo fu sempre splendido.

Tutto riuscì nel migliore dei modi, l’apporto di ogni singola associazione, esercente, commerciante, semplice cittadino fu determinante per la riuscita del Ponte per Roio.

Oltre alla nostra Squadra, alla Parrocchia, al Comune di Sant’Antonino ed I POMPISTA ‘dSant’Antunin il progetto si realizzò solo grazie all’indispensabile apporto di una rete formidabile costituita da:

Pubblica Assistenza Santantoninese – AGESCI Gruppo SCOUT S. Antonino 1^ – Associazione Commercianti Esercenti-  PROLOCO – POLISPORTIVA – ORATORIO – GRUPPO ANZIANI PENSIONATI – CIRCOLO REGE MORETTO – Coordinamento Associazioni Storiche Gruppo Storico Militare Carlo Emanuele II ed il Reggimento Guardie della Venaria Reale – Associazione Dire Fare Suonare – Arca Di Noè Allevamento Zen – Associazione Culturale Pietra Verde Vaie – Museo Laboratorio della Preistoria Vaie – Associazione Rondò dei Bimbi – Società Filarmonica Santa Cecilia (parte strumentale e corale) – Associazione Volontari Sacra di San Michele – Associazione Volontari San Benedetto – Associazione Amici del Castello della Contessa Adelaide – Centro Culturale Diocesano Susa – LES AMIS DU MONTCENIS.

Sarebbe stato impossibile realizzare il progetto senza la collaborazione degli sponsor:

B & B. Luna Verdiana Borgone – San Valeriano – Centro Servizi per il Volontariato VSSP Torino – Fondazione Piazza Dei Mestieri Torino – Fondazione Cav. MAGNETTO – Residence Il CORTILE S. Antonino – ISTITUTO SUORE S. GIUSEPPE DI SUSA “Casa Famiglia” S.Antonino – Ristorante La Sfinge S.Antonino – IL SENTIERO DEI FRANCHI S.Antonino – RISTORANTE L’IMMAGINE S.Antonino – PANIFICIO CANTORE S.Antonino – BISCOTTIFICIO REGE S.Antonino – PANIFICIO TONDA S.Antonino – PANIFICIO DESTEFANIS S.Antonino – PASTA & COMPANY TANCHIS Gavino S.Antonino – Bar Il Faro S.Antonino – Caffetteria bar CAVALLINO Rosso S.Antonino – Il Bar della Piazza S.Antonino – Bar il Provenzale S.Antonino – STRADA Reale dei Vini – Ristorante RAMASSE Moncenisio – Super Mercato È il mio mercato – LAVASECCO  ENRICA MILETTO – SUPER MERCATO MAXI SCONTO – La Sacra Birra Saloon – OFFICINA ARGIRO’ DOMENICO – TREND EVOLUTION – SPETTINIAMOCI – PARADISE – Caffè San Domenico – Motoclub Aviglianese.

Va detto che alcuni sponsor vollero restare anonimi, così come molti cittadini che hanno messo a disposizione risorse ed abitazioni nel più totale anonimato, in perfetta linea con lo spirito solidaristico che caratterizza questo genere di cose.

Ed è da queste pagine, facendoci portatori del pensiero degli amici di Roio, che vogliamo ringraziare ancora una volta tutti coloro che hanno consentito la realizzazione del Ponte Per Roio.

Il progetto continua ancora oggi e in più occasioni gli amici di Roio son tornati a Sant’Antonino, così come alcuni concittadini sono andati a L’Aquila e sincerarsi della situazione post sisma. È nata una vera amicizia.

Come spesso accade nei momenti in cui si verificano guerre, tragedie, calamità e inondazioni, l’uomo sa tirare fuori il peggio ma anche il meglio  di se.

UN PONTE PER ROIO CONTINUA.